martedì 29 maggio 2012

UDI DI NAPOLI: Emergenza Emilia

UDI DI NAPOLI: Emergenza Emilia: Le donne dell'Emilia da sempre con noi Noi sempre con loro Intesta a "Provincia di Modena interventi solidarietà"   codice iban IT 52...

Emergenza Emilia

Le donne dell'Emilia da sempre con noi
Noi sempre con loro

Intesta a "Provincia di Modena interventi solidarietà"

  codice iban IT 52 M 52008 12930 000003398693

  CAUSALE "TERREMOTO MAGGIO 2012"

 

 

giovedì 3 maggio 2012


                                                         Alla Ministra Guardasigilli Prof. Paola Severino
                                                          Alla Ministra dell’Interno  Dott. Annamaria Cancellieri

Il diritto di denunciare: regole certe
La denuncia, se si è vittime di violenze perché donne,  è il primo passo per godere delle libertà costituzionali. Gli ostacoli e le diversioni che dissuadono le vittime nell’accedere a questo primo indispensabile passo, sono  ancora ricorrenti nei luoghi deputati alla tutela del diritto.
Insieme ai pregiudizi e alle sottovalutazioni culturali, la scrittura disarticolata ed ambigua delle regole continua ad essere complice del femminicidio.
La violenza degli uomini sulle donne, in casa, sul lavoro, per le strade, nelle scuole è un crimine che con cadenza annuale viene enumerato, mostrato e svelato, pur considerando i dati frutto di una sottostima. Da oltre trent’anni  indichiamo ai Governi  soluzioni certe per il contrasto alla prima causa di morte precoce per le donne e ostacolo alla realizzazione dei diritti umani.
La reiterazione dei reati con la stessa o con più vittime e la diffusione di comportamenti proprietari nel genere maschile, nonostante la forte rilettura in chiave politica delle responsabilità nel femminicidio imposta dal movimento delle donne, mostrano che l’inadeguatezza delle regole invalida ogni cambiamento culturale.

Il  testo unico di Pubblica Sicurezza, all’Art. 1, recita:
 “per mezzo dei suoi ufficiali, e a richiesta delle parti, provvede alla bonaria composizione dei dissidi privati”, definizione che si presta a controverse interpretazioni e che  certamente induce a comportamenti contrari al diritto delle donne di accedere alle vie giudiziarie per la tutela della propria salvaguardia, esponendo tutte ai rischi noti e meno noti.

Di fronte all’inerzia parlamentare nell’adeguare le leggi Italiane così come indicato dalle risoluzioni Europee, sollecitiamo l’intervento autorevole delle Ministre alla Giustizia e agli Affari Interni,  perché sia data chiara indicazione dell’inapplicabilità, a qualsiasi titolo, di azioni “di mediazione o composizione” extragiudiziale di fronte ad eventi familiari e relazionali per i quali la vittima ha ritenuto di dover ricorrere alla forza pubblica o per i quali di questa sia richiesto l’intervento. Indichino inoltre, detti Ministeri,  l’obbligo contestuale di fornire dettagliata informazione,  alla vittima, dei diritti e delle provvidenze di sostegno alle quali può accedere per un efficace percorso legale.

                              Le Promotrici Udi di Napoli e DonneSuddonne

Le sottoscritte
Giorgia De Gennaro, Udi di Catania, Udi Lentini, Udi di Pescara, Udi Reggio Calabria, Udi di Bologna, Clara Pappalardo (Arcidonna-Centro Antiviolenza del Comune di Napoli AURORA), Alessandra Valle, Elisabetta Riccardi e Simona Molisso (sportello Antiviolenza Le Kassandre),  Lella Palladino e il Centro Eva (Maddaloni-CE), Chiara Guida, Patrizia Palumbo e Fortuna Varuni (Dream Team), Teresa Coppola, Teresa Vitale (Sportello Antiviolenza Spazio Aspasia- Giugliano -NA), Laura Capobianco (SEL Campania), Simona Ricciardelli (Comitato 194, Elvira Reale (ass. Salute donna),  Carla Pecis, Marianna Panico (ass. Ernesto Rossi), Elena Coccia (Consigliera Comunale), Caterina Pace (consigliera provinciale di Napoli), Alisa Del Re (direttora CIRSPG  Università di Padova), Liana Novelli ( Donne Italiane in Europa), Angela Cortese (Consigliera Regionale in Campania), Associazione Maddalena (Napoli), Enza Turco, Annamaria De Crescenzo,  Clarissa Campodonico, Lalla Cantatore, Agnes Berta , Isabella Bonfiglio (UIL), Piero Brilla, Brunella Severino (bn), Rosanna di Bari, Luigi Amato (legale rappresentante SAGAN), Rosanna Fucarino e Massimo Scuotto, Giuliana Cacciapuoti,Associazione Viva124, Arcilesbica Napoli”Le Maree”, Teresa Potenza (CGIL NA), Rosalba Cenerelli (CGIL NA), Teresa Coppola (CGIL  Na), Valeria Valente (PD), Rosangela Pesenti  e il gruppo Sconfinate (Bergamo), Grazia Negrini, Paola Strippoli, Maria Grazia Sapienza per la redazione Argo di Catania, Simonetta Cormaci (Catania), Barbara Crivelli (Insegnante, Catania), Elvira Morana (Segreteria Regionale CGIL Sicilia), Associazione Antimafie Rita Atria, Centro Astalli (Catania), Graziella Proto (Direttora Casablanca), Anna Bucca (Presidente ARCI Sicilia), La Città Felice (Catania), Carmen Currò (Presidente CEDAV Messina), Santina Sconza (Presidente ANPI Catania), Girodivite - Segnali dalle città invisibili, Luisa Albanella (segretaria confederale CGIL Catania), Erica Sapienza (Coordinamento Donne CGIL Catania), Caterina Cannistrà (Emergency Catania), Brunilde Zisa (Emergency Catania), Chiara Petrelli (Catania), Luciana Carfi (Presidente ARCI Gela), Maria Giovanna Italia (Presidente Arci Comitato Territoriale Catania), Centro per la famiglia (AUSER/ARCI Sportello di Gela e Niscemi), Pinuccia La Placa (Psicologa, Butera), Pina La Villa (Insegnante, Catania), Stefania Mazzone (Gerta Human Reports); Maria Angela Caponnetti (Segretario Comunale Enna), Marisa Vinciguerra (Docente Dipartimento Biologia Animale, Catania), Antonella Treffiletti (Insegnante, Catania), Francesca Nicolais (Napoli), Daniela Faggella(NA), Maryvonne Lorizio(NA), Marcella de Martino(NA), Vincenza Maione(NA), Flora Antinolfi (NA), Ilaria Tuorto (NA), Simona Fiordelisi (NA), Monica Farina (NA), Franca Starace (NA), Chiara Guido (NA), Alessandra Guido (NA), Francesca di Domenico (NA), Anna Montrone (NA), Gabriella Montrone (NA), Simona Flaggiello (NA), Claudia Abbronzino (NA), Francesca di Napoli (NA), Annalisa Gargiulo (NA), Veruska d'Alesio (NA), Fortunata Apuzzo (NA), Maria Rosaria Cristini (NA), Lucilla Sergiacomo (Pescara), Silvia Cucchiarelli (Roma), Marisa Giuliani (NA), Maria Grazia Valentino ( rete SEL Campania), Mariella Palmieri ( rete SEL Campania) ,Mariangela Taranto ( SEL Benevento),Cristina Caria ( SEL Napoli), Marcella Raiola (SNOQ-13 febbraio- Napoli), Mircea Masserini (BG), Elena Rocco (NA),Maria de Marco (Napoli), Anna Rosa Conte (Napoli), Enrico di Bello (NA), Stefania Fanelli (ass. Frida Kalho- SEL Campania- Marano di Napoli), Antonio Armenante (Cava de’Tirreni –SA), Valeria Caliendo, Maura Maffezzoli, Avv. Angela di Rienzo, Ivana Stazio (NA), Noemi Saggioli (CT), Comitato Pari Opportunità dell’università di Catania, SNOQ-Catania, Le Voltapagine- Catania, Claudia Finocchiaro, Agata Borgnanni (Catania), Francesca Koch (Roma), La Casa Internazionale delle donne di Roma, Vittoria Vigo, Miriam Capobianco (NA), Carla Cantatore (Roma), Gabriella Nisticò (Roma), Archivia-Archivi Biblioteche Centri di documentazione delle donne (Roma), Fiorella Saura (Roma), Patrizia Scandella (Roma), Alma Mazzi (Roma), Lucia Formichetti (Roma), Giorgio Scafetta (Roma), prof. Maria Rosaria Marella (Roma), Simona Sarti (Roma), Sarina Aletta (Roma), Edoardo Latessa - Roma, Annelise Scafetta  (Roma), Alessandro Monti  (Roma), Rita Formichetti  (Roma), Luisa Amorosi (Roma), Primo Formichetti (Roma), Andrea Perti - Roma, Francesca Perti - Roma, Monica D'Angeli - Milano, Nadia Palozza (Tivoli), Elena Cristina Santini (Gardone Riviera), Lella Meier (Roma), Kirsi Viglione (Napoli), Fausta Manno (Roma), Rosa Papa (ASL NA1-Napoli), Maria Gabriella Garzillo (Roma), Dr. Silvana Turco (Roma), Simona Toscano (Roma), Maria Giovanna Bottiglia (Roma), Alisa Del Re (università di Padova), SNOQ Napoli, Maddalena Robustelli (Sala Consilina-SA), Maria Chiaramonte (Brescia), Udi Cerchio del lago (Gardone Riviera-BS)

lunedì 16 aprile 2012

il diritto delle vittime e il movimento antiviolenza

Il processo agli 8 stupratori di Montalto, presso la sezione del Tribunale dei Minori di Roma, il 13 aprile ha segnato una data per la vittima, ma non la prima.
Grazie alla mobilitazione delle donne in tutto il paese il comportamento mafioso di una classe dirigente, dal Sindaco in poi, è stata condannata materialemnente e moralmente.
Dalla sentenza che ha obbligato il primo cittadino a restituire alle casse del Comune i fondi sottratti per la difesa degli stupratori, a quella che ha invalidato la "messa in prova" degli autori del delitto, i riflettori accesi dalle donne hanno sortito il loro effetto.
E' stata importante ed è importante per le vittime, e per questa vittima, sentire la mobilitazione di un movimento che sa essere più avanti delle leggi del Paese. E tutte sappiamo che non può finire qui.
I presidi, la presenza fisica e le forme di sostegno simbolico è tutto ciò che fa la differenza tra la disperazione e l'ogoglio (è il V anniversario della morte di Carmela, suicidata a Taranto per le persecuzioni seguite alla sua denuncia).
In pochi anni la vergogna si è trasformata in voglia di ricominciare, il silenzio in parole politiche: ora è il momento di andare oltre.
In allegato le foto di alcuni striscioni esposti di Napoli il 13 e la lettera alle ministre per il diritto di denunciare, da sottoscrivere e far sottoscrivere per chi ancora non lo ha fatto.
Udi di Napoli

http://www.petizionionline.it/petizione/violenza-sulle-donne-il-diritto-di-denunciare-regole-certe/6707

giovedì 29 marzo 2012

                                                     Una Regata per stop femminicidio
Noi navighiamo sul mare sempre in movimento :
sulla terra tutto è fermo alla solita , antica  storia
cinque vele lasceranno il porto di Pozzuoli alle 10 di sabato 31 Marzo verso Napoli e costeggeranno la nostra baia fino a Castel dell’OVO.
Sotto il castello c’è forse la storia di una biblioteca, certamente la storia del genio umano, perfetto come un uovo. Noi inventiamo continuamente la nostra vita e ci inventiamo la politica dei passi concreti per eliminare la violenza sulle donne dal mondo, aggiungendo il passo successivo a quelli già compiuti. Faremo il nostro passo col favore del vento sul mare: sulla terra è tutto fermo
Sotto le vele e coi nostri simboli ci saremo noi con la nostra proposta per andare avanti…..tutta per tutte.
Napoli, 27 Marzo 2012

martedì 6 marzo 2012



8 marzo 2012 conferenza stampa in Questura a Napoli, ore 12 Le nuove Bacheche rosa


   
Dal 2007, e per la prima volta in Italia, il movimento indipendente delle donne ha instaurato un rapporto con una Questura allo scopo di affrontare uno degli ostacoli critici all’uscita delle donne dalle situazioni di violenza sessuata: la difficoltà di denunciare.
La presunta reticenza delle vittime nello sporgere formale denuncia nei confronti degli aggressori, violentatori, molestatori, si conuiga, andando indietro ieri più di oggi, spesso con la  disinformazione delle vittime stesse e l’impreparazione nelle forze dell’ordine e degli operatori sanitari.
 La sottovalutazione, specie, delle violenze in famiglia, la tendenza a far leva sull’affettività delle vittime nei confronti degli offenders/partners, l’enfatizzazione delle possibili conseguenze negative nei confronti della stessa donna che denuncia, sono frutto di un condizionamento ambientale molto duro da estirpare. E il complesso di questi fattori riguarda, non di rado, anche chi ha il compito primo: accogliere la denuncia
Lo strumento semplice delle Bacheche Rosa consiste in un cartello informativo, che rende visibile il fatto di aver subito un reato punibile a norma di legge, che lo qualifica e dà l’immediato riferimento alla rete volontaria e istituzionale per il sostegno alla vittima.
A Napoli, dal 2007 ad oggi le denunce sono cresciute, la formazione e la preparazione delle forze di PS si è adeguata allo standard richiesto per il contrasto alle violenze possibile in Italia. Grazie anche ad un accordo libero e paritario tra femministe e Questura: le Bacheche Rosa in ogni Commissariato.
A Napoli dal 2005 e progressivamente in tutta Italia, è avvenuto che il movimento delle donne spingesse a far sì che quella che veniva nominata come “questione privata”, venisse avvertita  un problema politico e sociale.
Sono cambiate le cittadine, non la politica: la reiterazione indisturbata delle violenze e del femminicidio corrisponde il definanziamento delle strutture preposte all’antiviolenza. Le  donne, invece, lavorano a sostegno delle vittime gratutitamente, e a dispetto di tutto,  con maggior detererminazione: il rinnovo dell’impegno con l’ampliamento dei punti di sostegno riportati nelle bacheche rosa ne è la conferma.
                       Per il cartello Antiviolenza delle donne Napoletane
                                ( Stefania Cantatore e Clara Pappalardo)

martedì 28 febbraio 2012

Anna Maria Scarfò: Vivere domani!

Reggio Calabria, 28 febbraio 2012

La prima udienza del processo per stalking e persecuzioni, intentato sulla base delle denunce presentate da Anna Maria Scarfò, doveva essere la prima pagina di una storia tutta diversa: per la vittima, di una serie di crimini efferati, e per il paese che si riconosce nella legalità e nella ragione.
Così non è stato: la difesa degli imputati ha chiesto la sospensione dell’udienza. Il giudice ha accolto l’istanza ed ha rimandato la decisione alla Corte di Cassazione.
Le  motivazioni della sospensione assomigliano ad un’autoaccusa della Giustizia Italiana: “il clamore mediatico sollevato intorno al caso, può influenzare la corte” . Quelle motivazioni evocano anche un’accusa alla comunità: “il processo va spostato perché il contesto della sezione del tribunale anche esso è fonte di pregiudizio”.
I Giudici e le comunità del nostro paese, davvero, negli ultimi anni sono stati oggetto di una vera e propria campagna di “conformazione”, ma hanno saputo sottrarsi.  Dispiace per questo ascoltare che  proprio dai Giudici vengano delle sospensioni su una presunzione d’incapacità d’essere al di sopra delle parti, per di più in qualche modo additando una parte della comunità locale per “essere difforme” dallo stereotipo che la vuole connivente con i presunti colpevoli.
I motivi tecnici avrebbero potuto andare a favore dell’una o dell’altra parte, perché la tecnica giuridica prevede sempre una ragione. Tecnicamente il giudice avrebbe potuto appellarsi ad altre sentenze e principi, forse più faticosi da ricercare, per non sospendere l’udienza. Non ultima la sentenza della Corte d’appello di Torino, che appunto ha previsto l’attualità contestuale del diritto al risarcimento delle vittime di reati sessuati. E il processo è la prima forma di risarcimento!
Il processo è sospeso, per il tribunale di Palmi, la vita, per Anna Maria, continuerà ad attendere.
È falso però affermare che per ora nessuno ha vinto: ha vinto una sottile suggestione: parlare fa male perché i Giudici si offendono e perché “il clamore mediatico fa sospendere il giudizio”. Quello che per anni è stato suggerito ad Annamaria, ora viene suggerito a coloro che hanno osato sostenerla: il silenzio è d’oro e la vita è quello straccio che i prepotenti sono disposti a lasciarti.  Suggerimento respinto, a norma di giustizia.
                                    Unione donne in Italia di Reggio Calabria, di Catania, di Napoli
http://udidinapoli.blogspot.com
 NO OMSA - NO GOLDEN LADY - NO POMPEA

venerdì 24 febbraio 2012

stop alla violenza sessuata


La Bacheca Rosa, in ogni commissariato. Per informarsi ed avere gli indirizzi utili. Se non è esposta pretendi che lo sia

Assemblea su leggi e stato dell'arte nel contrasto alle violenze sessuate

 INTRAMOENIA Piazza Bellini Napoli  alle 17 del 28 febbraio


 a che punto siamo? dobbiamo rassegnarci al conto delle vittime?
In Spagna le leggi sono differenti, perchè il movimento delle donne ha fatto altri percorsi. Cominciamo da quello che altre donne hanno già compiuto anche per noi

sono invitate tutte, la parola è di tutte!